Ilaria Salis paragona il centro migranti in Albania a un “campo di concentramento”: ecco la risposta di Vittorio Feltri.
Negli ultimi giorni, Ilaria Salis ha sollevato delle nuove polemiche sul centro migranti aperto in Albania iniziativa del governo di Giorgia Meloni, tanto da scatenare la reazione indignata di Vittorio Feltri. L’europarlamentare, riferendosi ai centri, ha parlato di un “campo di concentramento“, ecco la replica del giornalista a Il Giornale.

Le parole di Ilaria Salis sui centri in Albania
Secondo quanto riportato da Il Giornale, Ilaria Salis avrebbe definito il centro migranti realizzato in Albania “un campo di concentramento“. Un’affermazione netta e provocatoria, che l’europarlamentare ha lanciato accusando il governo di Giorgia Meloni. Non è stata l’unico membro dell’opposizione ad esprimere dissenso, complice una foto dei migranti in manette. In merito a ciò, è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini.
La risposta di Vittorio Feltri
Duro e senza mezzi termini il commento di Vittorio Feltri, pubblicato su Il Giornale. Il giornalista attacca frontalmente Ilaria Salis: “Vi ricordate di Ilaria Salis? (…) Non si accontenta di stare seduta su un seggio che le garantisce una mensilità di 15mila euro. Che non è male per una che non sa fare niente“. Feltri sottolinea che nel centro in Albania “non sono rinchiusi dei boy scout stranieri (…) ci sono persone che hanno dei precedenti, hanno compiuto delle irregolarità, dei reati, per cui è giusto che stiano rinchiusi“. La critica è diretta e si concentra sulla presunta ingenuità – o follia – dell’europarlamentare nel voler liberare individui che, secondo Feltri, non meritano di essere accolti con clemenza.
“Ebbene la Salis li vuole liberare, ma vi rendete conto in che mani siamo finiti? Di una matta che vuole che i delinquenti rimangano tra di noi, perché noi dobbiamo essere ospitali” afferma. Ricordardo che l’Italia non può permettersi di accogliere anche “gli amici della Salis che sono tutti dei farabutti (…) come se non bastassero i delinquenti nostrani“.